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La Bioimpedenziometria (BIA) è una delle metodiche più precise e veloci per la valutazione della composizione corporea.

Essa ci permette di:

  • dimostrare che l’alimentazione e/o l’allenamento stanno realmente facendo perdere tessuto adiposo, e non altri tessuti più importanti;
  • valutare quanto grasso c’è nel corpo prima di iniziare un programma di dimagrimento;

È una tecnica a modello tricompartimentale ed individua:

  • Angolo di fase;
  • Acqua corporea (TBW) e idratazione;
  • Massa magra (FFM);
  • Massa grassa (FM);
  • Metabolismo basale (BMR);
  • Massa metabolicamente attiva;

Sono previste norme di preparazione all’esame?

Per questo esame diagnostico non sono previste particolari norme di preparazione, anche se per ottenere un risultato il più possibile accurato sarebbe consigliabile:

  • non effettuare l’analisi subito dopo i pasti;
  • non bere per almeno 4 ore prima del test;
  • non aver svolto attività fisica intensa nella giornata del test;
  • non indossare accessori di metallo;

Quali pazienti possono effettuare l’esame?

Tutti i pazienti possono eseguire l’esame, tranne chi:

  • è portatore di Pace Maker (stimolatore cardiaco);
  • è portatore di neurostimolatori, elettrodi impiantati nel cervello o subdurali;
  • è portatore di impianti per l’udito;
  • è in gravidanza.

La valutazione della massa corporea (bioimpedenziometria) è dolorosa o pericolosa?

L’esame non è di tipo invasivo e il paziente non sente dolore. Lo strumento è dotato di batterie proprie e pertanto non è collegato alla rete elettrica.

 

Come si effettua l’esame per la valutazione della massa corporea (bioimpedenziometria)?

Il paziente si sdraia sul lettino e gli vengono posizionati gli elettrodi su una mano e su un piede. Rimane sdraiato in questa posizione per circa 8-10 minuti al fine di permettere una buona ridistribuzione dei liquidi corporei. Successivamente viene effettuato l’esame che richiede in tutto altri 2 minuti circa.

Bioimpedenziometria
 Test bioimpedenziometrico (BIA)

L’adipometria sfrutta il principio di un ecografo ad ultrasuoni e consente di avere valutazione quantitativa e qualitativa del tessuto adiposo e muscolare, sulla loro distribuzione, la tipologia del tessuto sottocutaneo, lo spessore del muscolo sottostante in modo da consentire un trattamento qualitativamente mirato.

Con l’adipometria si misurano (in millimetri) lo spessore del grasso sottocutaneo e lo spessore del muscolo sottostante e ne controlliamo l’andamento nel tempo per capire tempestivamente se la strada è quella corretta o vanno fatte modifiche al percorso nutrizionale e/o di allenamento intrapreso.

L’adipometria permette di osservare visivamente la diminuzione del pannicolo adiposo agendo da stimolo e motivazione in più nel seguire un percorso nutrizionale che porti al raggiungimento e al mantenimento di uno stato di equilibrio e di benessere.

Lo studio dei comparti corporei, mediante l’adipometria, è consigliato a:

  • Sportivi: per valutare lo spessore delle fasce muscolari in zone anatomicamente bene definite, con la possibilità di seguirne l’evoluzione nel tempo, cosi da osservarne i miglioramenti, valutando l’efficacia degli allenamenti seguiti;
  • Riabilitazione: negli sport, ma non solo, è utile avere una valutazione oggettiva dell’andamento degli spessori e della qualità dei tessuti, adiposo e muscolare, per valutarne l’efficacia delle terapie;
  • Persone in sovrappeso: per evidenziare la distribuzione di grasso in eccesso e controllare a distanza gli effetti della perdita di peso;
  • Persone con adiposità localizzata: (impossibile da osservare con altri strumenti) per valutare l’adiposità localizzata in vari punti, quali pancia, culotte, fianchi, interno coscia, tricipite, bicipite, zona sottoscapolare, sovrailiaca, pettorali (nell’uomo), glutei, etc.;
  • Persone in normopeso: perché consente di verificare un’analisi di rischio per quelle patologie legate alla presenza di massa grassa in alcuni punti specifici (diabete, ictus e infarto).

Sono previste norme di preparazione all’esame?

Per questo esame diagnostico non sono previste particolari norme di preparazione.

Quali pazienti possono effettuare l’esame?

Tutti i pazienti possono eseguire l’esame

 

L’esame adipometrico è doloroso o pericoloso?

L’esame non è di tipo invasivo e il paziente non sente dolore. Lo strumento è dotato di batterie proprie e pertanto non è collegato alla rete elettrica.

L’esame è sicuro: la caratteristica più innovativa dell’adipometria risiede nella possibilità di osservare la struttura interna del corpo umano in assenza di radiazioni ionizzanti, e più rapidamente rispetto alla tecnologia a raggi X. La metodologia di misurazione è totalmente priva di disturbi e assolutamente non invasiva, poiché le onde ad alta frequenza attraversano i tessuti e producono un riflesso – detto eco – in prossimità delle intersezioni tra i diversi strati; questi echi vengono letti dalla sonda e interpretati per creare la rappresentazione degli strati di tessuto.

L’Adipometro garantisce una precisione di misura paragonabile alla TAC ma elimina totalmente i rischi per la salute dovuti alle radiazioni e abbatte i costi della misura.

 

Come si effettua l’analisi?

Il paziente si sdraia sul lettino e l’analisi si effettua posizionando e spostando una sonda ecografica (adipometro) lungo la parte del corpo da misurare. Il risultato è un’immagine stratigrafica che evidenzia i confini tra i diversi tessuti consentendo la misurazione di tutti gli spessori presenti sottocute. I dati dell’analisi sono acquisiti tramite pc. La durata dell’esame adipometrico dipende dalle diverse zone da misurare, ma orientativamente dura circa 10 minuti.

Adipometria
 Test adipometrico

L’Handgrip è un test utilizzato per poter valutare la forza muscolare e, in particolare, consiste nella misurazione della forza della mano dominante poiché si ritiene che la forza espressa dai muscoli della mano è rappresentativa di quella del complesso dell’apparato muscolare.

La misurazione della forza di presa della mano (FPM) esprime la forza volontaria secondaria alla contrazione di numerosi muscoli dell’avambraccio e della mano. La

FPM è correlata fisiologicamente a fattori come età, genere e composizione corporea. In nutrizione applicata è considerata come un valido strumento per l’identificazione dei pazienti ospedalizzati a rischio nutrizionale così come un utile indicatore dello stato di nutrizione nella popolazione (specialmente in

età geriatrica). Numerosi studi epidemiologici hanno identificato nella FPM un predittore indipendente di mortalità, disabilità, morbosità e durata della degenza ospedaliera.

Attualmente questa metodica è stata introdotta nel nuovo regolamento in materia di ordinamento militare per il quale si stabilisce che la forza muscolare è tra i parametri fisici unici e omogenei. Pertanto, i risultati dell’handgrip sono utilizzati nelle fasi di reclutamento del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (per ulteriori informazioni leggi qui).

Che fare quando per vari motivi non si può andare di persona presso lo studio?

Un sano dimagrimento richiede lungo tempo e un monitoraggio costante del percorso di dieta insieme all’esperto che lo ha pianificato. Ecco perché in casi di difficoltà di deambulazione o malattia grave sarà possibile usufruire del servizio domiciliare di visita specialistica durante il quale sarà possibile effettuare anche l’esame bioimpedenziometrico, adipometrico e l’handgrip.

Nel caso in cui impegni lavorativi o distanze impediscano al paziente di recarsi allo studio con frequenza regolare, la soluzione ottimale è il video-consulto (tramite Skype o videochiamata Whatsapp).

Il counseling è un processo relazionale che coinvolge un operatore (sanitario) e una persona che sente il bisogno di essere aiutata a risolvere un problema o a prendere una decisione.

In particolare, il counseling nutrizionale nasce dall’esigenza di far fronte a quello che è il fallimento della dietoterapia tradizionale, la quale non tiene conto della “resistenza al cambiamento” del paziente, ma basa tutto sul “colloquio confrontazionale” che impone l’autorità del prescrittore (“lei deve fare quello che dico io!”) determinando inevitabilmente una scarsa “aderenza” al percorso nutrizionale, con conseguenti tassi di abbandono elevatissimi e problemi di salute non risolti, con le conseguenze che ben si immaginano.

Il counseling nutrizionale, invece, cerca di recuperare innanzitutto l’aspetto umano nel rapporto prescrittore-paziente; esso si fonda sul “colloquio motivazionale” che coinvolge il paziente in un percorso di apprendimento attivo di regole alimentari corrette, promuovendone il cambiamento; cerca di instaurare un rapporto partecipato col paziente, comunicativo, mai frettoloso, sempre mirato a fornire consigli concreti. Si instaura così la cosiddetta “alleanza terapeutica” tra Biologo Nutrizionista e paziente volta a farsi carico del problema del paziente, e assumersene la responsabilità.

Sembra banale, ma il paziente va ascoltato: l’ascolto attivo, partecipato, e l’interesse a quanto il paziente ci dice sono il modo per la costruzione di un buon rapporto terapeutico.

In definitiva, il counseling per l’educazione alimentare è in grado di affiancare il soggetto nel cambiamento di stili di vita scorretti; il suo punto di forza è la formazione del paziente piuttosto che la prescrizione imposta della terapia, così che l’individuo divenga protagonista del percorso. L’obiettivo del Biologo Nutrizionista non sarà semplicemente definire l’oggetto dieta, ma capire il soggetto da “mettere a dieta”: il suo stile di vita, la sua cultura personale fatta di giudizi e pregiudizi, la sua provenienza, il suo credo, nonché lo sviluppo delle abitudini alimentari sin dall’infanzia.

La sola anamnesi clinica è insufficiente, occorre ricostruire tutta la storia del paziente. Lavorare sulla storia della persona protagonista e diretta interessata al piano nutrizionale, implica un costante e continuo sforzo per coinvolgerla in tutte le decisioni che la riguardano, dal momento che l’efficacia dell’intervento dipende totalmente dalla consapevolezza con cui esse sono state prese.

Il counseling nutrizionale può essere rivolto al singolo cliente o al gruppo.

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